Musiche di: C. Saint Saens, G. Fauré, M. Ravel, A. Ginastera, E. Bozza, J. Massenet, I. Albeniz Testo a cura di Michele Santeramo
Ideazione a cura di Elena Marazzita Producer
Questo spettacolo porta in scena il punto di vista, le emozioni, le sconfitte, le passioni, e le tensioni umane di Ofelia e analizza il punto di vista della vittima. È un’indagine sulla fragilità. Troppo spesso si ha la sensazione che questo mondo in cui viviamo imponga una scelta netta: si può stare tra i carnefici o tra le vittime.
Le vie di mezzo ci sono ma sembrano tutte figlie dell’una o dell’altra condizione. Tutti rifiutiamo d’istinto di stare tra le vittime. Eppure, molti di noi occupano quelle caselle nel mondo, che ne siano o meno consapevoli.
Ofelia non può decidere nulla, nemmeno in tema d’amore: prima è proprietà di suo padre e lui decide per lei; può aspirare soltanto a diventare proprietà di suo marito, e lui deciderà per lei. Il suo è dunque un punto di vista privilegiato che ci aiuterà a riflettere su come ciascuno di noi convive con i propri sentimenti e con il senso di sconfitta, perché Ofelia attrae a sé altre storie simili alla sua: storie del presente, di persone che oggi si trovano a vivere la stessa privazione di sentimento, di azione, di volontà. In questo senso Ofelia è per me il grimaldello attraverso il quale coinvolgere emotivamente lo spettatore.
Cosa prova lei quando Amleto le dice di andarsene in convento? Come risuonano alle sue orecchie quelle parole? Cosa proviamo noi quando ci sentiamo rifiutati, non compresi, non amati, quando scopriamo che la nostra vita finisce in una statistica, in un numero alla fine di una pagina, nel totale di chi ha perduto?
La fragilità è considerata sempre un difetto. Ma per i fragili, per quelli che non sanno urlare, per i timidi, per i gentili, esiste un’arma con la quale difendersi dal mondo, sopportarlo, renderlo migliore? Ascoltiamo Ofelia. Chiediamole se esiste qualcosa del genere, un riparo per i deboli nel quale questi possano trovare forza, un senso per le vittime, dentro il quale possano trovare giustizia.
OFELIA
21 GIUGNO ORE 21.00 - SECONDO CHIOSTRO MONASTERO DEGLI OLIVETANI - (evento a pagamento, Euro 15,00 - in abbonamento)
Teatro-musica OFELIA di e con LUCIA LAVIA - PRIMA NAZIONALE
con Lucia Lavia, voce recitante, Davide Alogna, violino, Floraleda Sacchi, arpa
Musiche di: C. Saint Saens, G. Fauré, M. Ravel, A. Ginastera, E. Bozza, J. Massenet, I. Albeniz Testo a cura di Michele Santeramo
Ideazione a cura di Elena Marazzita Producer
Questo spettacolo porta in scena il punto di vista, le emozioni, le sconfitte, le passioni, e le tensioni umane di Ofelia e analizza il punto di vista della vittima. È un’indagine sulla fragilità. Troppo spesso si ha la sensazione che questo mondo in cui viviamo imponga una scelta netta: si può stare tra i carnefici o tra le vittime.
Le vie di mezzo ci sono ma sembrano tutte figlie dell’una o dell’altra condizione. Tutti rifiutiamo d’istinto di stare tra le vittime. Eppure, molti di noi occupano quelle caselle nel mondo, che ne siano o meno consapevoli.
Ofelia non può decidere nulla, nemmeno in tema d’amore: prima è proprietà di suo padre e lui decide per lei; può aspirare soltanto a diventare proprietà di suo marito, e lui deciderà per lei. Il suo è dunque un punto di vista privilegiato che ci aiuterà a riflettere su come ciascuno di noi convive con i propri sentimenti e con il senso di sconfitta, perché Ofelia attrae a sé altre storie simili alla sua: storie del presente, di persone che oggi si trovano a vivere la stessa privazione di sentimento, di azione, di volontà. In questo senso Ofelia è per me il grimaldello attraverso il quale coinvolgere emotivamente lo spettatore.
Cosa prova lei quando Amleto le dice di andarsene in convento? Come risuonano alle sue orecchie quelle parole? Cosa proviamo noi quando ci sentiamo rifiutati, non compresi, non amati, quando scopriamo che la nostra vita finisce in una statistica, in un numero alla fine di una pagina, nel totale di chi ha perduto?
La fragilità è considerata sempre un difetto. Ma per i fragili, per quelli che non sanno urlare, per i timidi, per i gentili, esiste un’arma con la quale difendersi dal mondo, sopportarlo, renderlo migliore? Ascoltiamo Ofelia. Chiediamole se esiste qualcosa del genere, un riparo per i deboli nel quale questi possano trovare forza, un senso per le vittime, dentro il quale possano trovare giustizia.
Cast Artistico
Biglietti